VOTA NO
ALLO SCIPPO
DELLA C.S.R.
Brevissimo riassunto delle puntate precedenti. In tre anni di mandato, dal 2011 al 2014, i Consiglieri di
Amministrazione uscenti non ne azzeccano una, scambiano il programma
sottoscritto per farsi eleggere per un rotolo di carta da forno, che
disgraziatamente si brucia senza lasciare tracce, combinano pasticci che la
metà bastano, si beccano un’ispezione della Vigilanza che dà alla CSR una
valutazione molto negativa, causa il loro operato, s’inchinano a mamma Banca e
- per evitare le sanzioni individuali - accettano di scrivere sotto dettatura
uno Statuto che consegna la nostra Cassa al Vertice della Banca.
Poi, la parola è passata ai soci. E nonostante il volere della stragrande maggioranza dei sindacati, del
Pine minaccioso, del vertice della Banca, di spezzoni di Vigilanza, di giornali
che scrivevano articoli informatissimi sulla base delle veline di chi voleva
accaparrarsi la Cassa, i soci hanno abbiamo detto chiaro e tondo che la Cassa è
meglio tenersela.
Fine del riassunto.
Ora, siamo chiamati
nuovamente a esprimerci sulla modifica statutaria.
Uno si aspetta: hanno
capito l’antifona, cambiano la proposta di Statuto per renderlo accettabile da
tutti i soci, visto che la Cassa è di tutti noi.
Invece, si tratta di un
testo fotocopia a quello già bocciato.
Restano tutte le principali ignominie della
precedente proposta già bocciata.
Resta che chi gestisce la
Cassa, ossia i Consiglieri di Gestione, non è eletto dai soci.
Resta che chi gestisce la
Cassa deve essere un alto papavero, e quindi risponde al Vertice della Banca
che l’ha fatto arrivare fin lì, e non certo alla “plebe”.
Resta che chi gestisce la
Cassa può anche essere un esterno, che nemmeno è socio, e che costerebbe fior
di quattrini alla Cassa, in nome del contenimento delle spese.
Resta che si vuole
imporre un’interferenza pesantissima della Banca d’Italia nella gestione di un
patrimonio che è solo nostro, perché tutte le azioni della Cassa sono nostre e
tutti i soldi che gestisce sono nostri.
Resta l’evidente attacco
allo spirito mutualistico della CSR e agli interessi dei soci: tassi sui mutui,
sui prestiti, politiche di dividendi devono essere decisi dai soci e per i soci
di ogni generazione e di ogni fascia di reddito. Non soltanto da chi ha interessi
opposti a quelli della stragrande maggioranza di noi soci.
Per questi motivi, vi invitiamo a votare un deciso
NO a queste riforme dello Statuto.
Tanto più in un momento
storico in cui le garanzie economiche vengono indebolite, i servizi anche
pubblici vengono tagliati, l’attenzione della Banca per i suoi dipendenti in
servizio e in quiescenza è ridotta ai minimi termini, NON REGALIAMO ALLA
BANCA IL NOSTRO PATRIMONIO più importante, e prepariamoci invece a
migliorarla tutti insieme!
VOTA NO ALLA RIFORMA DELLO STATUTO CSR!
10
gennaio 2014
LA
SEGRETERIA NAZIONALE S.I.B.C.